In occasione del 25° anniversario della IV Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite sulle donne, tenutasi a Pechino nel 1995, il prossimo marzo è in programma una sessione speciale della Commissione sulla Condizione della Donna, la quale avrà il compito di fare una valutazione generale dello stato di attuazione degli impegni assunti dagli Stati con la Dichiarazione e la Piattaforma d’Azione di Pechino, nonché identificare le sfide attuali e i temi emergenti per i prossimi anni nell’agenda globale.

Nell’ambito del percorso verso Pechino+25, tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite sono stati chiamati a presentare un rapporto sullo stato di attuazione a livello nazionale delle misure previste nella Piattaforma d’azione, prestando particolare attenzione alle 12 aree di crisi identificate: povertà; istruzione e formazione; salute e servizi sociali; violenza; conflitti armati; economia; potere e processi decisionali; meccanismi istituzionali; diritti fondamentali; media; ambiente; bambine.

L’Italia è uno dei 48 Paesi che ad agosto 2019 ha pubblicato il proprio rapporto. Secondo quanto riportato, le 5 aree prioritarie su cui l’azione dell’Italia si è concentrata negli ultimi 5 anni al fine di promuovere l’empowerment delle donne e delle bambine sono state:

  • Istruzione, formazione e apprendimento permanente di qualità;
  • Contrasto al fenomeno della violenza contro le donne;
  • Partecipazione e rappresentanza politica;
  • Lavoro domestico e di cura non retribuito, conciliazione tra lavoro domestico e lavoro familiare;
  • Bilancio di genere. 

Aree in buona parte coincidenti con quelle indicate come prioritarie per i prossimi 5 anni di cammino verso l’eguaglianza di genere. Le ultime due (lavoro domestico e bilancio di genere) vengono infatti sostituite da:

  • diritto al lavoro e diritti al lavoro (divario salariale, segregazione professionale, avanzamenti di carriera);
  • imprenditorialità e imprese di donne.

A completare il quadro informativo sulla situazione della donna in Italia, un recente rapporto pubblicato dall’Istat, istituzione chiamata dalle Nazioni Unite a costruire l’informazione statistica relativa al monitoraggio dell’Agenda 2030.

L’Agenda 2030 è costituita da 17 obiettivi che fanno riferimento a diversi domini dello sviluppo sociale ed economico. Tra questi particolarmente rilevante è l’Obiettivo 5 che si propone di eliminare per tutte le donne, di tutte le età, ogni forma di discriminazione e violenza. Con questo obiettivo si chiede per tutte le donne e le ragazze parità di diritti e di accesso alle risorse economiche, naturali e tecnologiche; la piena ed efficace partecipazione e la pari opportunità di leadership a tutti i livelli decisionali politici ed economici, così come il riconoscimento delle attività prestate a titolo gratuito per la cura della famiglia e per il lavoro domestico. 

Nel Rapporto Istat, in particolare, il monitoraggio dell’Obiettivo 5“Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze”, si concentra in primo luogo sulla violenza fisica, sessuale o psicologica subita dalle donne da parte di partner o ex partner, così come sulla violenza fisica subita da un uomo diverso dal partner. Viene inoltre monitorata la presenza delle donne nel Parlamento e nei governi locali e l’occupazione femminile nelle posizioni direttive apicali, senza tralasciare il lavoro domestico e di cura, il lavoro volontario non retribuito e la salute sessuale e riproduttiva delle donne.

https://www.unece.org/fileadmin/DAM/Gender/Report_Italy_B_25.pdf

https://www.istat.it/it/files/2018/07/SDGs.pdf


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